Comunicati Stampa
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«Per i farmaci “uno vale uno”, attenzione a non mettere in discussione libertà dei medici di agire in scienza e coscienza»
«Il ministro Giulia Grillo ha espresso la volontà di “avviare un lavoro finalizzato a trovare una sinergia in particolare col Mef» per «difendere il sistema pubblico, invertendo la rotta dei finanziamenti di questi ultimi anni”. Direi che abbiamo già una grande occasione per salvare il diritto dei pazienti di scegliere quale terapia seguire, e dei medici di prescrivere sulla base di una compliance che guardi ad aspetti clinici e non economici». Così il Segretario Generale Nazionale della Fimmg Silvestro Scotti commenta la determina 818 del 2018 dell’AIFA, sull’impiego di «terapie equivalenti».
Estremamente critico nei confronti di una misura già paventata per il passato, Scotti ribadisce un presupposto inalienabile per la medicina: «In tema di farmaci vale il principio “uno vale uno”, attenzione a dimenticarlo». Poi avverte sul rischio di «iniziare a guardare al sistema salute portando avanti ragionamenti puramente economici, coprendoli peraltro con una presunta veste scientifica, del tutto discutibile». Il riferimento è alla dichiarata valenza scientifica dell’equivalenza terapeutica. «A noi – prosegue il Segretario Nazionale – sfugge questa evidenza. E certo non ci aiuta il fatto che la determina non riporti a supporto di questa valenza scientifica alcuna bibliografia. Su questi temi sarebbe, come succede in molti paesi “civili”non solo il caso di essere puntuali, ma anche di aprire una consultazione pubblica prima di addivenire ad una decisione che tenga conto del parere degli addetti ai lavori, delle associazioni dei pazienti e, visto che rappresenta il modo con cui vogliamo concepire l’SSN, dei cittadini».
Rifacendosi poi alle parole del Ministro Grillo, il Segretario Scotti augura che «il desiderio di “invertire la rotta dei finanziamenti” possa essere l’ottimo spunto per rivedere i criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale, ma rivedere anche il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale che oggi è inadeguato rispetto ai bisogni e agli obiettivi assunti. In questo contesto, spingere sull’equivalenza terapeutica, che è ben diversa dall’equivalenza di molecole che i cittadini hanno imparato a conoscere sui farmaci, significa intervenire sulle Regioni in carenza di risorse, ma anche ridurre l’efficacia».
Silvestro Scotti, rivendica con forza il ruolo e le attribuzioni della Medicina Generale che «non ne può più di essere messa nel tritacarne di sistemi che regolano la prescrizione strizzando l’occhio al Mef.
Vige oggi un duplice sistema – dice - che di fatto tende a schiacciare il medico di Medicina Generale tra i vincoli imposti da delibere regionali e quello che di fatto è un blocco per l’accesso ai farmaci innovativi, trasformati in “oggetti del peccato”». Su questo tema, il Segretario Nazionale della Fimmg concorda sull’esigenza espresso dal Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, Tonino Aceti, di aprire ad un confronto “per individuare punti di debolezza, rischi, opportunità e proposte di miglioramento dell’attuale sistema, con il contributo e il confronto di tutti gli attori: Associazioni di cittadini e pazienti, Ministero, Aifa, Regioni, Iss e professionisti della salute”.
Anche in questo campo, ribadisce Scotti, agli allarmi sulla sostenibilità economica delle innovazioni in campo farmaceutico si contrappone il paradosso del Monitoraggio Aifa della Spesa Farmaceutica Nazionale e Regionale Gennaio-Novembre 2017 pubblicato sul sito AIFA il 30 marzo 2018. Come sottolineato da Cittadinanzattiva, il riferimento specifico è alle tabelle 9 e 9 bis del Report AIFA, relative alla spesa farmaceutica gennaio-novembre 2017 per i farmaci innovativi non oncologici e oncologici che accedono ai Fondi del Ministero della Salute (i cosiddetti fondi per i farmaci innovativi) di cui all'Art. 1 commi 402, 403 e 404 della Legge di Bilancio 2017. «Da un lato questa determina dell’AIFA dall’altro “sembrerebbero non essere stati spesi nel 2017 circa 264 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi non oncologici e oltre 85 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi oncologici, per un totale di risorse non utilizzate pari a circa 350 milioni di euro e con profonde difformità regionali”».
Scotti sottolinea come la situazione evidentemente rischia di aggravarsi ancor più con questa determina, visto che è «quantomeno nebulosa la definizione delle finalità e dell’ambito di applicazione previste. Cosa si vuole dire con “è particolarmente rilevante per farmaci utilizzati direttamente in ospedale o forniti ai cittadini attraverso l’erogazione diretta”? Particolarmente rilevante non esclude affatto tutti gli altri casi, tuttavia non è accettabile che un medico di Medicina generale per definire una prescrizione debba tenere in considerazione il reddito del paziente. La terapia più efficace è, e deve essere, la più efficace, mai l’unica prescrivibile.
Così come il Piano Terapeutico non può essere strutturato come un imbuto che ha il solo effetto di ridurre la prescrizione di farmaci.
Altrimenti viene meno il concetto stesso di personalizzazione della cura».