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La Conferenza Stato-Regioni ha approvato l''Accordo Collettivo Nazionale di Medicina Generale relativo al triennio 2019-2021. "Un accordo che riguarda circa 40mila medici di famiglia, 15mila medici di continuità assistenziale (la ex guardia medica), circa 10mila medici dell''emergenza territoriale e qualche migliaio di medici dei servizi territoriali e della medicina penitenziaria" spiega Alessandro Dabbene, vicesegretario nazionale di FIMMG.
Accordo che arriva dopo cinque mesi di trattative e garantisce il recupero degli arretrati accumulati aggiornando i compensi al 2021: "Parliamo complessivamente di circa 800 milioni di euro". Ma non solo. Perché l''Accordo introduce innovazioni normative che intervengono sull''organizzazione del lavoro.
Si regolamenta il lavoro in equipe. "In altre parole i medici devono lavorare insieme, partecipando obbligatoriamente alle Aggregazioni Funzionali Territoriali per offrire un''assistenza più capillare e continuativa ai cittadini". I medici che costituiscono l''AFT ("parliamo di gruppi di 25-30 medici per area" puntualizza Dabbene) sono funzionalmente connessi tra loro mediante rete informatico-telematica che mette in condivisione le varie schede cliniche dei medici afferenti alla stessa aggregazione.
"I medici dell''AFT possono esercitare l''attività all''interno della stessa struttura o in una o più sedi associate dello stesso ambito territoriale, e saranno in connessione informatica per garantire continuità di assistenza ai cittadini: in assenza del medico curante, quindi, un altro medico potrà visitare il paziente e, grazie alla condivisione della cartella clinica tra i vari attori del team, potrà reperire le sue informazioni di base e segnalare poi al collega il suo intervento estemporaneo". Inoltre, puntualizza Dabbene, il lavoro in team prevede la condivisione delle competenze per l''uso di particolari strumenti diagnostici, nei percorsi di cura delle patologie croniche, ecc. "In pratica, il lavoro di gruppo permette a ciascuno di mantenere il rapporto di fiducia con il proprio paziente ma anche di mettere a disposizione le proprie competenze agli altri pazienti del gruppo".
L''organizzazione del lavoro nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali garantisce a ogni medico, fin dall''inizio dello svolgimento della professione ambulatoriale, il tempo pieno, spiega Dabbene. "Se finora il medico inizialmente aveva un''attività ridotta, che aumentava via via acquisendo nuovi pazienti, nel lavoro di gruppo il medico lavora e guadagna a tempo pieno fin dall''inizio, svolgendo la propria attività anche a favore dei pazienti dei colleghi dell''AFT".
"Per la prima volta viene citata la telemedicina, per eventuali progetti regionali di reperibilità notturna. Ma la telemedicina è un tema ancora residuale in questo accordo, messo nelle disponibilità degli accordi integrativi regionali. La telemedicina sarà un tema del prossimo accordo nazionale".
Gli Accordi Collettivi Nazionali sono triennali, perché, come spiega Dabbene, "sul triennio si base l''incremento economico dei compensi, e ogni tre anni viene aggiornata anche la parte normativa. Adesso abbiamo rinnovato il triennio 2019-2021, entro il prossimo anno rinnoveremo l''Accordo per il Triennio 2022-2024". Al centro della contrattazione relativa al prossimo triennio il PNRR e le nuove modalità di assistenza di prossimità per la popolazione attraverso le Case della Comunità.
"In occasione del prossimo accordo dovranno essere elaborate le modalità di relazione tra le AFT e le Case della Comunità e bisognerà sviluppare anche nuovi modelli per la presa in carico dei paziente a domicilio. Questo, insieme alla telemedicina, sarà un tema importante per il prossimo accordo".
Le Case della Comunità sono (o meglio saranno) strutture sociosanitarie polivalenti previste dalla Riforma dell''assistenza territoriale e finanziate con le risorse del PNRR: strutture a cui i cittadini potranno accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria.
"Il nuovo Accordo dovrà indicarci come inserirci fisicamente all''interno di queste strutture o collaborare funzionalmente con lo staff alla luce di un nuovo modello assistenziale" puntualizza Dabbene.