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Ciò che è successo in Lombardia, con la corsa dei cittadini a confermare la possibilità di continuare a ricevere la ricetta elettronica via Sms o e-mail, «accadrà anche nelle altre regioni, nel tempo. Per una ragione semplice: con questa modalità si ottiene rapidamente il consenso sulla privacy per l'attivazione del fascicolo sanitario elettronico, tutte le altre forme comporterebbero tempi più lunghi sui grandi numeri. In questo modo si raggiungono prima gli obiettivi sul fascicolo. La ricetta dematerializzata, infatti, è uno strumento a cui ormai difficilmente un cittadino rinuncia». Lo spiega all'Adnkronos Salute Silvestro Scotti in merito al picco di accessi registrato al sito web del fascicolo sanitario elettronico lombardo, legato alla scadenza inizialmente indicata per l'operazione sul sito, seppure - come ha spiegato la Regione - non si tratta di un termine perentorio. La modalità di 'passarè dalla ricetta dematerializzata per la raccolta delle adesioni dei cittadini sulla privacy per il fascicolo sanitario, ricorda Scotti, «era già stata adottata Veneto» e tutti ormai «hanno capito l'efficacia del metodo». Per questo «è prevedibile l'utilizzo nelle altre regioni dove i sistemi informatici lo rendono possibile». Ovvero dove «ci sono sistemi di prescrizione regionali che possono rapidamente sincronizzarsi con il Fse regionale (Sar, servizio di accoglienza regionale). Non lo possono fare, invece, le Regioni che hanno una forma di prescrizione centrale (tecnicamente Sac, servizio di accoglienza centrale), perché in questo caso la ricetta viene messa sul sistema, il farmacista la legge, ma la piattaforma regionale lo riceve con un tempo più lungo, di troppe ore perché possa essere utile al paziente». Ovviamente e più in generale, conclude Scotti, «la ricetta non potrà essere mai solo dematerializzata, digitale, perché ci deve essere sempre la sicurezza che il paziente possa avere in ogni caso la sua prescrizione, anche in casi di blocchi e disguidi informatici imprevedibili».
Fonte Adnkronos