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Bartoletti: il 20% dei colleghi andrà in pensione nel 2021. Chi può, ormai scappa
Quasi un quinto dei medici di famiglia è pronto ad appendere il camice bianco al chiodo. Almeno secondo la Fimmg Ed è un bel problema, perché da settembre, in teoria, proprio i dottori di fiducia avrebbero dovuto occuparsi quasi in solitaria dei vaccini anti Covid. Con il meccanismo degli hub smantellato ad agosto, sarebbero rimasti solo gli ambulatori di base, con le farmacie e i pediatri, a gestire le siringhe con l'antidoto al Covid, come avviene da anni per l'antinfluenzale. Ma le truppe dei dottori si fanno sempre meno affollate. Senza contare che in tutto il Lazio oltre mille dottori (su circa 4mila) non hanno mai aderito alla campagna di vaccinazione, anche se la Regione ha ripetuto in loop che iniettare il siero anti-virus ai mutuati è un obbligo, non una scelta. Ma tant'è. Alessio D'Amato, l'assessore alla Sanità di Zingaretti, non è preoccupato. «Se ci saranno spazi vacanti - spiega saranno coperti. Tutte le punture saranno garantite. Il sistema degli hub, che finora ha assicurato la stragrande maggioranza delle vaccinazioni, rimarrà operativo fino all'ultimo richiamo. Entro l'8 agosto raggiungeremo la cosiddetta immunità di gregge, cioè il 70% degli adulti vaccinati. E gli hub resteranno aperti anche dopo, per il residuo 10-15% di chi si vuole vaccinare». E per la terza dose di cui già si comincia a parlare? «Presto per discuterne, anche in altri Paesi, come in America, il dibattito scientifico è ancora in corso», taglia corto D'Amato. È uno schema flessibile quello che disegnano alla Pisana. ` L'unico modo per affrontare una pandemia che in un anno e mezzo non ci ha risparmiato colpi di coda e ribaltamenti di scenario. Un mese fa l'idea era smobilitare gli hub da agosto. Ora si fa strada l'ipotesi di conservare alcuni presidi vaccinali delle Asl, una sicurezza. «Si sono dimostrati efficienti, veloci nella gestione delle prenotazioni - riprende D'Amato - e nelle somministrazioni del vaccino». I primi ad essere smantellati con buona probabilità saranno i punti vaccinali esterni agli ospedali: i centri commerciali come Porta di Roma, gli outlet come Valmontone, il centro congressi della Nuvola, l'Auditorium della Musica. Anche perché dovranno tornare all'attività originaria. Quella sanitaria è stata solo una parentesi, figlia dell'emergenza. Altri centri già ospitati dalle Asl rimarranno attivi. Forse fino all'inizio del 2022. «Dipende dai tempi dei richiami», conclude l'assessore alla Sanità. Certo è che i medici di base saranno sempre meno. «Il 20% dei colleghi andrà in pensione nel 2021. Chi può, ormai scappa», dice Pier Luigi Bartoletti, il segretario romano della Fimmg. «È il doppio dei pensionamenti che ci aspettavamo. Fino a qualche anno fa c'era la corsa per restare in servizio, fino a 70 anni. Ora invece è il contrario. Molti sono "scoppiati", la pandemia ha pesato, il telefono non dà tregua e abbiamo mille incombenze burocratiche, dal green pass al certificato di guarigione. E nessuno ha davvero potenziato la medicina del territorio». Pensare di gestire così tutte le vaccinazioni è impossibile. «Non solo - riprende Bartoletti - A settembre c'è il rischio di una quarta ondata, probabilmente molto più lieve negli effetti clinici, sarà come un'influenza. Ma comunque sarà indispensabile gestire ogni giorno migliaia di chiamate. Così non reggiamo». Soprattutto perché mancano i rimpiazzi: «I neo laureati - conclude il segretario della federazione della medicina generale - scelgono di andare altrove. A occuparci dei mutuati siamo sempre meno».
Fonte Il Messaggero