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di Walter Marrocco
Sono oltre 3 milioni 500 mila in Italia le persone che sono affette da diabete, oltre il 5,0% dell'intera popolazione, e 16,5% fra le persone di oltre 65 anni.
La diffusione del diabete è raddoppiata in trent'anni, e, rispetto al 2000, i diabetici sono 1 milione in più e ciò è dovuto sia all'invecchiamento della popolazione che ad altri fattori, tra cui l'anticipazione delle diagnosi (che porta in evidenza casi prima sconosciuti) e l'aumento della sopravvivenza dei malati di diabete.
Il diabete è una patologia fortemente associata allo svantaggio socioeconomico, mentre l’obesità e la sedentarietà sono rilevanti fattori di rischio per la patologia diabetica. Tra i 45-64enni la percentuale di persone obese che soffrono di diabete è al 28,9% per gli uomini e al 32,8% per le donne (per i non diabetici rispettivamente 13,0% e 9,5%). Nella stessa classe di età il 47,5% degli uomini e il 64,2% delle donne con diabete non praticano alcuna attività fisica leggera nel tempo libero.
Da questo si evince come la presa in carico della persona con diabete comporta non soltanto la prescrizione della terapia farmacologica ma anche la promozione dello stile di vita (dieta adeguata, attività fisica, astensione dal fumo), l’educazione all’autogestione domiciliare, la valutazione clinica periodica (almeno annuale) e la prevenzione delle complicanze acute e croniche.
Le esperienze sin qui realizzate, evidenziano quanto sia indispensabile che il paziente sia inserito in un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale con gestione integrata tra servizio di diabetologia e medicina generale, ma sia lui stesso attore di cura.
Gli strumenti principali di monitoraggio in tutte le persone con diabete sono la glicemia e l’emoglobina glicata che devono essere mantenute entro livelli appropriati per la specifica condizione clinica. In particolare, l’HbA1c, da effettuarsi 2-4 volte l’anno, è il parametro principale per la valutazione del controllo glicemico.
Il paziente può contribuire con l’automonitoraggio domiciliare della glicemia capillare, pratica che lo responsabilizza maggiormente nel suo percorso di cura.
Il valore aggiunto della Nota 100 (pubblicata in G.U. il 25/01/2022), che di per se consente che un elevato numero di specialità medicinali anche in associazione potranno essere prescritte direttamente dal MMG, oltre che da tutti gli specialisti del SSN, è che , come cita il comunicato dell’AIFA, consentirà di offrire il miglior trattamento possibile a tutti i pazienti con diabete di tipo 2 non più basato sulla mera correzione della glicemia, ma sulla prevenzione delle complicanze cardiovascolari e renali che rappresentano importanti criticità di questa patologia; recenti studi hanno infatti dimostrato che alcuni di questi farmaci (SGLT2i e GLP1-RA) possono ridurre il rischio cardiovascolare (in particolare lo scompenso cardiaco, l’infarto del miocardio, l’ictus, ecc.) e rallentare la progressione della nefropatia.
In pratica la Nota 100, non si propone solo di definire la rimborsabilità dei farmaci, ma è stata pensata come un documento di indirizzo che consenta di individuare la scelta terapeutica più appropriata per il singolo paziente in rapporto alle sue caratteristiche, al quadro clinico generale e ai fattori di rischio che presenta, unitamente a una piena conoscenza delle caratteristiche dei singoli farmaci a disposizione.
Le opportunità e le sfide che si presentano alla Medicina Generale sono veramente importanti e interpretabili nel “nuovo” ruolo che le si vuole affidare, così come nel grande dibattito in corso e nella recente Accordo Nazionale della MG, firmato la scorsa settimana. La Nota 100 potrà essere uno strumento che va proprio in questa direzione, ma richiederà che si realizzino una serie di attività, così come ribadisce l’Agenzia stessa nel suo comunicato, principalmente di formazione da parte del SSN attraverso tutti i canali previsti e un confronto fra gli stakeholders regionali e nazionali con cui AIFA si rende sin d’ora disponibile a collaborare; ma anche una reale interazione dello Specialista con il MMG, specie sui casi più complessi, e la piena attuazione della gestione della cronicità in un contesto di PDTA condiviso.
Di seguito si riportano una serie di attività che si potrebbero promuovere, con strumenti e supporti adeguati, nel contesto della MG:
● Identificazione della popolazione a rischio aumentato di malattia diabetica tra i propri assistiti
● Diagnosi precoce di malattia diabetica tra i propri assistiti
● Presa in carico, in collaborazione con gli SP, dei pazienti e condivisione del Piano Assistenziale Individuale (PAI)
● Valutazione periodica (medicina di iniziativa, utilizzando le piattaforme di gestione della patologia cronica operative in molti territori) su controllo metabolico, comportamenti alimentari, prevenzione secondaria, diagnosi precoce complicanze
● Controllo da remoto, per pazienti fragili in assitenza domiciliare (ADI, ADP) utilizzando piattaforme di telemonitoraggio domiciliare e strumenti di diagnostica a distanza (iOT e dispositivi indossabii), in coordinameto con gli altri servizi sociosanitari territoriale (infermieri, assistenti sociali ecc.)
● Effettuazione, in collaborazione con gli SP, di interventi di educazione sanitaria e counseling (su persone a rischio e diabetici) su stili di vita corretti e autogestione della malattia
● Raccolta dei dati clinici mediante cartelle cliniche (elettroniche)
● Coordinamento con SP per svolgimento attività ambulatoriali periodiche presso UCCP/Case di Comunità, luoghi di integrazione Ospedale-Territorio
● Organizzazione dello studio (accessi, struenti diagnostici, personale) per una gestione ottimale dei pazienti