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Un'azione di sciopero dei medici territoriali di area convenzionata «non concordata e fatta in un periodo di stato di emergenza per l'epidemia da Covid-19 danneggia solo il cittadino. Non credo che questo sia il momento di azioni di questo tipo». Sono le dichiarazioni di Silvestro Scotti all'ANSA, in riferimento allo sciopero proclamato per l'1 e 2 marzo dalle organizzazioni sindacali Smi e Simet con la chiusura degli ambulatori.
«In questo momento - sottolinea il segretario dei medici di famiglia - lo sciopero mi sembra un atto fine a se stesso, mentre penso che si sarebbero dovute trovare forme di protesta congiunte mirate ad evidenziare, e non a scaricare suoi cittadini, il disagio della categoria medica». Scotti sottolinea dunque l'inopportunità di uno sciopero in questo momento, pur concordando sulle ragioni del disagio denunciato dai medici di base in questi mesi: «Ovviamente siamo d'accordo e abbiamo più volte denunciato le difficoltà che i medici affrontano quotidianamente nei loro studi, a partire dai carichi di lavoro e dall'eccesso di incombenze burocratiche da evadere in relazione alla pandemia, tutto tempo sottratto al contatto con i pazienti. A ciò si aggiunge l'ultimo stop del Senato ai risarcimenti alle famiglie dei medici morti per Covid, un vero schiaffo alla dignità della categoria. Riteniamo - aggiunge - che sia ormai da settimane in atto una campagna denigratoria verso i medici di famiglia, sempre più oggetto di attacchi e anche episodi di violenza». Tuttavia, precisa, «non è il momento di scioperare e ci meraviglia che i soggetti preposti al controllo delle iniziative di sciopero non intervengano» Nel contratto dei medici vigente ricorda Scotti è previsto che «in caso di avvenimenti eccezionali gli scioperi si intendono sospesi: e lo stato di emergenza per la pandemia è in vigore fino al 31 marzo». Quanto ai numeri dello sciopero proclamato, «potrebbe riguardare 1 medico su 10 di area convenzionata, ovvero meno del 10%. I due sindacati Smi e Simet contano infatti meno di 4 mila iscritti».
Ricordiamo che la Fimmg conta più di 21mila iscritti, su un totale di circa 34.700 medici iscritti a sigle sindacali, ai quali si aggiungono altri 8mila medici circa non sindacalizzati.
Fonte Ansa