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Per la sanità sono in arrivo 30 miliardi in più, ha spiegato il ministro Roberto Speranza a colloquio con il nostro giornale. «Diciamo subito che non si era mai vista una politica di investimenti così forte in sanità. In passato contavamo i tagli anziché gli aumenti», commenta il presidente dell'Ordine dei medici, Filippo Anelli. «E fa piacere che siano state indirizzate risorse importanti per il Sud a contrasto delle diseguaglianze e della povertà sanitaria. Come medici avevamo però chiesto anche altro». Cosa? «Che fosse lo Stato centrale a garantire il superamento del gap Nord-Sud senza continuare a delegarlo per intero agli amministratori locali. Ma mi rendo anche conto che questo sarebbe un cambio di rotta che spetta ai partiti imprimere».
Le Case e gli Ospedali di comunità h24 sono una bella svolta per gli assistiti abituati a orari medi di apertura degli studi dei medici di famiglia h15, ma settimanali. Non trova? «L'idea delle Case e degli Ospedali di comunità va benissimo, ma io che l'ho già vissuta dico che poi ci vogliono gli stipendi. Perché queste strutture territoriali per funzionare hanno bisogno anche di infermieri, fisioterapisti, psicologi e ostetriche che lavorino in équipe con medici di famiglia e specialisti. E poi serve ridare dignità al lavoro medico, oggi retribuito su livelli inferiori a quelli europei. L'impressione invece è quella che i soldi ci siano solo per le mura, non per i professionisti che dovrebbero abitarle».
Le Regioni vogliono che i medici di famiglia passino alle dipendenze delle Asl. Cosa ne pensa? «Che le Regioni farebbero meglio a cercare il personale sanitario che manca e a togliere i limiti alla spesa per assunzioni che ancora permangono. Non credo però che la soluzione sia quella di trasformare i medici di famiglia indipendenti, una richiesta che nasconde in realtà il tentativo di ridurne il numero, come si evince dai documenti dell'Agenas. Dico invece: partiamo prima dal modello di assistenza territoriale che vogliamo promuovere e poi vediamo quale può essere l'inquadramento giuridico migliore per valorizzare il lavoro medico».
Le ultime due manovre hanno stanziato un miliardo per l'assunzione del personale sanitario. Basteranno? «Prima di parlare di assunzioni bisogna considerare che ci sono da rinnovare i contratti scaduti da anni. E per frenare la fuga dei medici non basta il recupero dell'inflazione più qualche incremento dell'ordine di una manciata di decimali. Serve rilanciare la professione e questo lo si fa valorizzando economicamente il lavoro, ma anche offrendo prospettive di carriere oggi inesistenti e ricollocando i professionisti sanitari in un ruolo meno marginale nel governo delle aziende sanitarie, oggi condizionato da logiche più che altro politiche». Al Sud andrà il 41% delle risorse. Da meridionale cosa suggerisce affinché non vadano ad alimentare il malaffare? «Come ho detto prima, che lo Stato oltre alle risorse ci metta anche la faccia, garantendo a livello centrale che quei soldi vengano effettivamente spesi per ridurre le diseguaglianze e non per alimentare le clientele locali»
Fonte: LA STAMPA