Terapia convenzionale
malati rari, protetti presto
Terapia convenzionale
Il trattamento consiste nella terapia convenzionale o sintomatica di ciascuna manifestazione clinica e nella terapia specifica mirata alla correzione del difetto enzimatico, oggi attuabile con varie strategie.
La terapia enzimatica sostitutiva (ERT), efficace e generalmente ben tollerata, disponibile da molti anni, ha dimostrato di rallentare la progressione della malattia, ridurre i depositi di Gb3 endoteliali, renali e cardiaci e ridurre i sintomi gastrointestinali, migliorando la qualità della vita.
La ERT è efficace se instaurata prima di danni d’organo irreversibili, come la fibrosi miocardica e la nefropatia severa, per prevenire insufficienza cardiaca e renale. Non penetra la barriera ematoencefalica, pertanto non riduce le manifestazioni a livello del sistema nervoso centrale. Grazie alla disponibilità della tecnica del DNA ricombinante, oggi sono disponibili due enzimi alfa-galattosidasi ricombinanti: agalsidasi-alfa e agalsidasi-beta, da infondere al paziente per via endovenosa ogni 14 giorni, a dosaggi variabili.
Attualmente è disponibile un farmaco efficace per via orale, il migalastat, che agisce migliorando la conformazione della proteina enzimatica mutata, rendendola attiva; è pertanto utilizzabile solo per pazienti con specifiche mutazioni del gene GLA, che danno origine ad una proteina enzimatica non correttamente ripiegata. Migalastat agisce con un meccanismo “chaperonico”, cioè stabilizza l’enzima alfa-galattosidasi nativo, consentendone il trasporto dal reticolo endoplasmico ai lisosomi, dove svolge la sua funzione di catabolizzare gli sfingolipidi.