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in collaborazione con S.I.M.P.e S.V. e FEDERVINI |
CONSUMO RESPONSABILE DI ALCOL - Alcol e invecchiamento cerebrale
L’Italia è il secondo dei Paesi al mondo in cui la popolazione invecchia di più. Attualmente tra gli anziani è rilevante il numero dei bevitori cosiddetti a rischio che si attesta a oltre 2,7 milioni, come si evince dai dati dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità. Effetti indesiderati importanti e pericolosi derivanti dall’abitudine alcolica sono quelli che coinvolgono la sfera cerebrale. Nonostante quello che si possa pensare, non è sempre facile riconoscere nell’anziano i segni dell’invecchiamento cerebrale “fisiologico” da quello indotto dagli effetti dell’uso abitudinario di bevande alcoliche. Le cause che determinano l’invecchiamento cerebrale possono essere molteplici, ma che sinteticamente possiamo identificare come fattori genetici, stile di vita e fattori sociali. Fattori genetici: ogni individuo può essere più o meno predisposto all’insorgenza alla manifestazione di alcune patologie che colpiscono il sistema nervoso; Un errato stile di vita con i danni che produce è alla base delle patologie croniche dalle metaboliche alle cardiovascolari, dalle cerebrovascolari alle neoplastiche ed è sicuramente il fattore di rischio più rilevante per l’invecchiamento cerebrale precoce. La prova di questo può essere lo studio dei danni cerebrali da alcol nell’adolescente; è dal comportamento più o meno salutare in gioventù che dipende l’invecchiare più o meno in salute. Gli alcolici nell’adolescenza cambiano lo sviluppo cerebrale, rallentano la sintesi di materia bianca, che protegge e accelera la comunicazione tra neuroni, e i danni provocati nel cervello di un teenager, come “cicatrici”, restano poi nell’adulto, anticipando e peggiorando la fisiologica senescenza cerebrale. Le alterazioni neurobiologiche provocate dall’etanolo vengono determinate direttamente dalla sua azione sul sistema nervoso e indirettamente dai suoi metaboliti. L'OMS ha evidenziato che il consumo di 20 grammi di alcol al giorno (più o meno 2 bicchieri di vino) incrementa, rispetto a chi è astemio, la percentuale di rischio di patologie quali epatopatie croniche, tumori del cavo orale, faringe e laringe, dell’esofago e del fegato, della mammella; l’ictus cerebrale, patologia frequente nell’anziano è incrementato del 20%. Le alterazioni neurobiologiche provocate dall’etanolo vengono determinate direttamente dalla sua azione sul sistema nervoso e indirettamente dai suoi metaboliti. L’azione diretta è sostanzialmente responsabile sostanzialmente dei danni neuronali e recettoriali cerebrali mentre l’azione indiretta provoca danni in tutte le strutture subcellulari in particolare le epatiche ma anche neuronali. I danni alla circolazione cerebrale sono dovuti all’accumulo di lipidi nella tonaca media e nell’intima dei vasi cerebrali quale effetto neurotossico dell'etanolo. Tuttora, secondo alcuni geriatri e gerontologi gli alcolisti sono un ottimo modello sperimentale per lo studio della senescenza prematura perché considerano evidente il rapporto tra abuso alcolico e invecchiamento precoce. Secondo altri questo rapporto deve essere ancora concretamente dimostrato e cioè se l’alcol favorisce le alterazioni biochimiche o molecolari che, forse, caratterizzano l’invecchiamento biologico, o se invece l’alcol agisca sempre e soltanto indirettamente attraverso le manifestazioni cliniche dell’etilismo cronico.
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