Newsletter
NEWSLETTER
Newsletter Metis
Il Covid-19 colpisce principalmente i polmoni, i reni, l’apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.
Nei polmoni, l'attivazione citochinica virus-mediata nei macrofagi alveolari si traduce in fibrosi e danno polmonare. Nel rene, il legame diretto con il NLRP3 può causare la sua attivazione con danno e morte cellulare. Nel cuore, si assiste a miocardite e nei vasi alla formazione di coaguli di sangue. Nel cervello, il bulbo olfattivo viene infettato da SARS-CoV-2, con conseguente anosmia e sono segnalate malattie neurodegenerative nei pazienti guariti. 1
Le complicanze da Covid-19 possono portare ad una compromissione persistente degli organi con conseguenze anche oltre la guarigione. Anche se gli studi sono ancora limitati, i soggetti guariti da Covid-19, specie se ospedalizzati, mostrano sequele cliniche anche molto dopo la risoluzione della sintomatologia respiratoria e la negativizzazione del tampone molecolare.
In uno studio condotto a Roma su pazienti con pregressa infezione da Covid e ricoverati al Policlinico Gemelli, solo il 12.6 % è risultato completamente libero da sintomi a 60 giorni dalla dimissione, mentre il 32% ne ha uno e 55% tre o più; il sintomo più frequentemente riportato è l’astenia nel 53%, seguito da dispnea nel 43%, artralgie e dolore toracico. 2
In tali individui, occorre prevenire ulteriori complicanze da malattie infettive che potrebbero causare aggravamenti delle condizioni preesistenti ed è opportuno limitare le manifestazioni respiratorie o febbrili sia durante la stagione autunno-invernale che tutto l’anno.
L’influenza, la polmonite da pneumococco e la pertosse sono malattie respiratorie vaccino prevenibili su cui occorre concentrare gli sforzi anche e soprattutto nei pazienti guariti da Covid- 19.
Un recente studio, realizzato a Cleveland in Ohio (USA) e pubblicato sulla rivista Chest nel 2020, ha raccolto tutti i dati dei soggetti testati per il Covid-19 ed è emerso che i soggetti precedentemente vaccinati contro l'influenza e contro lo pnuemococco hanno un rischio minore di risultare positivi al tampone per il nuovo coronavirus. 3
Gli autori hanno fornito due possibili spiegazioni: la prima che il vaccino antinfluenzale attivi in maniera sostenuta i recettori Toll-Like di tipo 7, molto importanti per contrastare i virus a RNA come il SARS-CoV-2, la seconda che le persone che si vaccinano avrebbero semplicemente comportamenti in generale più sicuri rispetto al proprio stato di salute.
L’Università di Basilea e di San Paolo (Brasile) hanno studiato 92.000 soggetti affetti da Covid-19. Fra i molti parametri analizzati, hanno trovato che circa un terzo dei soggetti avevano ricevuto un vaccino trivalente durante l’ultima campagna per la vaccinazione antinfluenzale e che i vaccinati contro l’influenza avevano in media una probabilità inferiore dell’8% di venir ricoverati in terapia intensiva, una probabilità inferiore del 13% di aver bisogno di ventilazione meccanica e una probabilità di morte più bassa del 17%. L’effetto “protettivo” si era verificato solo in quei soggetti che si erano sottoposti alla vaccinazione nella campagna vaccinale immediatamente precedente all’infezione. Come possibile spiegazione di tale risultato, gli autori hanno proposto che la vaccinazione induca un cambiamento nell'immunità innata: le cellule della memoria immunologica attivate da antigeni naturali o artificiali (come il vaccino) difenderebbero il corpo da più agenti patogeni, compresi quelli non interessati dal vaccino stesso.
In Italia, vi sono differenti modelli organizzativi, da regione a regione, con differenti modalità distributive, somministrazione e gratuità dei vaccini che varia per classi di età o rischio.
Ma il MMG, caratterizzato dalla prossimità, gratuità, accessibilità e dalla conoscenza dei bisogni assistenziali, da semplice promotore si è nel tempo affermato come qualificato attore dell’organizzazione ed effettuazione dei programmi vaccinali e grazie, al rapporto di fiducia col proprio assistito, può contribuire a creare una cultura vaccinale che superi anche eventuali esitazioni o scarsa consapevolezza del rischio nei pazienti post Covid-19.
La vaccinazione antinfluenzale viene offerta durante la campagna vaccinale antinfluenzale annuale e quella antipneumococcica può essere offerta simultaneamente alla vaccinazione antiinfluenzale ma può anche essere somministrata in qualsiasi stagione dell’anno, preferibilmente nella schedula sequenziale (PVC-13 e poi PPV-23). Per la pertosse, nel Calendario del PNPV 2017-2019 viene raccomandato un richiamo con dTpa ogni 10 anni a tutti i soggetti che abbiano compiuto 18 anni.
La vaccinazione anti Covi-19 non contrasta con una precedente infezione da COVID-19, anzi potenzia la sua memoria immunitaria, per cui non è utile alcun test prima della vaccinazione. Tuttavia, coloro che hanno avuto una diagnosi di positività a COVID-19 non necessitano di una vaccinazione nella prima fase della campagna vaccinale, mentre potrebbe essere considerata quando si otterranno dati sulla durata della protezione immunitaria.
Nel caso di persone con infezione/malattia da SARS CoV 2 confermata da un test molecolare o antigenico di terza generazione dopo la prima dose di vaccino, l’infezione stessa rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla prima dose di vaccino. Alla luce di questo e del fatto che l’infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus, non è indicato somministrare a queste persone la seconda dose vaccinale. La vaccinazione parziale e la successiva infezione non precludono un eventuale richiamo della vaccinazione anti COVID-19 nel futuro, se i dati sulla durata della protezione immunitaria indicheranno questa necessità. 4
1 Meredith W., Jennifer C.F., Jocelyn K., Catherine M. How does coronavirus kill? Clinicians trace a ferocious rampage through the body, from brain to toes. Science. 2020 doi: 10.1126/science.abc3208. Published on 17th April, 2020.
2 Carfì A, Bernabei R, Landi F, for the Gemelli Against COVID-19 Post-Acute Care Study Group. Persistent Symptoms in Patients After Acute COVID-19. JAMA. 2020;324(6):603–605. doi:10.1001/jama.2020.12603
3 Jehi L, Ji X, Milinovich A, Erzurum S, Rubin B, Gordon S, Young J, Kattan MW, Individualizing risk prediction for positive COVID-19 testing: results from 11,672 patients., CHEST (2020), doi: https://doi.org/10.1016/j.chest.2020.05.580
4 https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-mrna
con il contributo non condizionate di: PFIZER