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Dott. Paolo Morato
Referente area Vaccini FIMMG Piemonte
L'attuale PNPV (17-19) discende dal PNP 2014-18 e si sviluppa sull’eredità del precedente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014, con cui condivide l’obiettivo generale, ovvero l’armonizzazione delle strategie vaccinali in atto nel Paese, al fine di garantire alla popolazione, indipendentemente da luogo di residenza, reddito e livello socio- culturale, i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione, intesa sia come strumento di protezione individuale che di prevenzione collettiva, attraverso l’equità nell’accesso a vaccini di elevata qualità... (2)
Viene riaffermato, inoltre, che l’eliminazione e la riduzione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino rappresenta una priorità per il nostro Paese, da realizzare attraverso strategie efficaci e omogenee da realizzare sul territorio nazionale. (2)
In ogni regione, come sappiamo, convivono ,di fatto, scelte e organizzazioni diverse nelle campagne vaccinali per adulti e anziani: ad esempio per quanto riguarda la distribuzione dei vaccini a fronte di regioni in cui vi è una domiciliazione delle dosi per medico, ad esempio in Sicilia se richiesto, in altre il medico deve recarsi presso le farmacie per ordinarle e ritirarle personalmente (in DPC) come avviene in Piemonte, o attraverso le farmacie territoriali e aziendali come avviene in Toscana oppure presso le farmacie e le ATS dei distretti di appartenenza (Lombardia-Monza Brianza). Un altro problema è la differenza delle tipologie di vaccino fornite ai medici, per cui a fronte di Regioni che con una programmazione preventiva riescono ad avere una maggiore scelta, in altri casi tale scelta è meno diversificata, con regioni dove per l’anti influenzale predomina il quadrivalente (QIV) con percentuali superiori al 90% (es. Piemonte) e altre in cui sono stati messi a disposizione sia il tetravalente sia l’adiuvato trivalente (aTIV). (ad es. Lombardia, Puglia, Toscana).
Un’altra variabile tra le regioni è l’organizzazione della registrazione dei dati, per cui le anagrafi vaccinali informatizzate, vengono utilizzate maggiormente dai MMG, in alcune realtà come la Toscana, mentre in altre sono ancora in divenire. La creazione di sistemi informativi bidirezionali, che possano garantire una comunicazione diretta fra Servizi Vaccinali e medici di assistenza primaria, è indispensabile per valorizzare una serie di sinergie operative in chiave preventiva, peraltro non limitate unicamente all’ambito vaccinale (si pensi agli screening oncologici per esempio) e permetterebbe ai Servizi Vaccinali di individuare in modo sicuro e diretto la popolazione a rischio per patologia a cui destinare le campagne vaccinali dell’adulto, che fino ad oggi non sono state monitorate in modo adeguato, soprattutto a causa delle difficoltà insite nell’identificazione dei soggetti eleggibili alla vaccinazione.(1)
Ancora un’altra grande differenza è la diversificazione delle vaccinazioni che il Medico di Medicina Generale può offrire ai propri assistiti all’interno degli Accordi Integrativi Regionali: In Sicilia i vaccini appannaggio dei MMG sono l’antinfluenzale, l’antipneumococcico, l’antizoster e il dtpa, mentre in Piemonte e Campania sono i primi tre. Viceversa in Toscana oltre ai già citati, il MdF può somministrare anche la vaccinazione antimeningococcica, antiepatite A e B, Hib e HPV.
Per raggiungere annualmente la popolazione target per quanto riguarda la vaccinazione antinfluenzale e per arrivare ad una adeguata copertura anche per i vaccini destagionalizzati quali antipneumococcico e antizoster, è necessaria la capillare formazione e la promozione dei medici di medicina generale, che sono gli unici a poter vantare un rapporto fiduciario e la conoscenza personale delle condizioni di salute, delle cronicità della popolazione in carico. Infatti, il compito del MMG nell’ambito delle campagne di vaccinazione dell’anziano e dell’adulto si concretizza non solo nella somministrazione dei vaccini, ma anche e soprattutto nella responsabilità di promuovere attivamente la vaccinazione e informare individualmente tutti i soggetti a rischio.(1)
In conclusione, la prospettiva potrebbe essere quella di proseguire nell’analisi e nel confronto, eventualmente proponendo delle survey condotte in collaborazione con le Società scientifiche delle categorie professionali coinvolte in ambito vaccinale, al fine di ottenere ulteriori riscontri attraverso una chiave di lettura multidisciplinare, preziose indicazioni di effectiveness per ognuno dei modelli organizzativi adottati nel nostro Paese e di identificare ed estrapolare le best practices esistenti in ciascuna Regione.(1)
Sitografia
- https://www.osservaprevenzione.it/documenti/files/creavaccini_primorapportoannualeosv.pdf
- http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf
- http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=70165
con il contributo non condizionante di: GSK