Newsletter
NEWSLETTER
Newsletter Metis
Lo scompenso cardiaco rappresenta ad oggi una patologia in costante crescita e con un impatto estremamente rilevante in termini di salute e spesa pubblica. Un fattore sicuramente centrale da considerare è che i soggetti affetti risultano essere molto frequentemente di età avanzata e affetti da altre patologie croniche che hanno importanti ripercussioni sulla fragilità clinica, ma spesso anche sociale. In questi soggetti la disabilità gioca un ruolo centrale nella limitazione all’accesso alle cure con un effetto diretto sulla mancata possibilità di un corretto monitoraggio nel tempo della patologia e un conseguente rischio incrementato di decompensazione, con conseguenze in termini di aumento del numero dei ricoveri ospedalieri che potrebbero essere evitati. Altro fattore fondamentale da tenere presente è che i pazienti affetti da scompenso cardiaco, soprattutto quando di grado avanzato (classe NYHA III-IV), hanno condizioni di equilibrio estremamente labili, e sono quindi a rischio di repentini peggioramenti clinici; un’individuazione di tali condizioni e un precoce trattamento si sono dimostrati essere i cardini per preservare la funzionalità cardiaca, evitare le riospedalizzazioni, e contenere la spesa sanitaria.
Fatte queste premesse si capisce perchè le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie stanno attirando sempre maggiori attenzioni nel contesto di una patologia, come lo scompenso cardiaco che, di fatto, potrebbe rappresentare l’apripista di una reale applicazione clinica su larga scala della telemedicina. Sono proprio le sopracitate caratteristiche cliniche proprie dei pazienti con scompenso cardiaco a renderli i più adatti a poter trarre beneficio da una presa in carico che sfrutti metodiche di monitoraggio a distanza. Il primo passo necessario per l’implementazione di un percorso di telemonitoraggio è quello di individuare una serie di indicatori che possano essere registrati al domicilio e trasmessi a distanza e che abbiano un peso significativo nell’ottica del follow-up di questi pazienti. Alcuni parametri sono di semplice rilevazione ma di enorme importanza clinica; basti pensare al peso corporeo, dove variazioni anche minime possono avere un enorme significato clinico, alla pressione arteriosa e alla saturimetria. Ad oggi esistono una serie di device di facile utilizzo e dal costo accessibile che possono essere consegnati al domicilio del paziente e che hanno la possibilità di connettersi (tramite la tecnologia Bluetooth) allo smartphone dell’assistito o del caregiver e da lì trasmettere le rilevazioni ad una piattaforma informatica, di cui parleremo in seguito. Accanto a questi parametri misurabili abbiamo anche tutta una serie di sintomi che forniscono indicazioni importantissime sulla situazione clinica del paziente. A tal proposito i soggetti vanno educati a segnalare correttamente tutta una serie di sintomi che possono avere rilevanza dal punto di vista del monitoraggio clinico, come ad esempio la comparsa di edemi periferici, il facile affaticamento, la contrazione della diuresi, i disturbi del sonno, la tosse e l’eventuale esordio di uno stato confusionale. Occorre a tal fine individuare alcune modalità di trasmissione diretta di questi sintomi, utilizzando anche, qualora il paziente o i caregiver siano in grado di farne uso, apposite app pensate per l’utilizzo sullo smartphone dell’assistito o del familiare che se ne prende carico. Tali app, come detto in precedenza, devono innanzitutto essere semplici, ma sopratutto avere la possibilità di dialogare in tempo reale con una piattaforma informatica, che rappresenta il cuore pulsante di tutto il sistema di telemonitoraggio. A questa piattaforma devono poter accedere sia i clinici (MMG e specialista cardiologo) che il personale infermieristico e amministrativo, al fine di poter valutare i parametri e i sintomi riferiti o trasmessi tramite smartphone e poter prendere la decisione terapeutica più idonea di fronte ad una perdita dell’equilibrio clinico. Fondamentale a tal proposito è pensare ad un sistema di alert tarati sul singolo paziente e ad un valido processo di gestione di tali alert, basato sull’importanza di una determinata rilevazione e dunque sulla rapidità e sulla tipologia dell’intervento da attuare. Sulla base della necessità clinica si opterà per una visita medica di persona, al domicilio o in ambulatorio, per un consulto telefonico o per una televisita (idealmente utilizzando sempre la stessa app in cui il paziente registra i suoi sintomi).
Numerose sperimentazioni hanno utilizzato con ottimi risultati strumenti di intelligenza artificiale che hanno consentito una gestione efficace degli alert in ingresso alla piattaforma informatica. A tal proposito va segnalato che recentemente, dalla collaborazione tra NetMedica, Novartis e IBM, è stata rilasciata la piattaforma OPeNet, che utilizza elementi di IT per l’analisi dei database dei medici di medicina generale aderenti e che ha come scopo quello di ottimizzare la presa in carico di alcune patologie croniche, compreso lo scompenso cardiaco. Questa soluzione innovativa prevede anche la presenza di un assistente virtuale finalizzato a rispondere ai quesiti che il medico pone alla piattaforma facendo uso di strumenti di intelligenza artificiale, oltre che la funzione di televisiva e teleconsulto con lo specialista di riferimento. E’ prevedibile che l’IT troverà nei prossimi anni un impiego sempre più vasto nel campo della presa in carico delle malattie corniche e porterà ad una modifica delle modalità di assistenza dei pazienti affetti da questo tipo di patologie.
con il contributo non condizionante di: NOVARTIS