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Il concetto di consumo a basso rischio non riguarda due categorie di persone per le quali vige il divieto assoluto di consumare alcol: donne in gravidanza e minori.
Nel mondo circa il 10% delle donne in gravidanza fa uso di alcolici, percentuale che in Europa sale al 16% con una punta massima del 28,5% nel Regno Unito.
Se una donna in gravidanza consuma bevande alcoliche, l’acetaldeide (prodotto della metabolizzazione dell’alcol) giunge direttamente nel sangue del nascituro attraverso la placenta. Il feto non è in grado di metabolizzare l’alcol come un adulto e, di conseguenza, viene esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi.
Nella letteratura medica moderna le prime segnalazioni degli effetti nocivi del consumo di alcol in gravidanza risalgono alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, infatti la prima descrizione clinica di sintomi chiaramente riconducibili ai danni prenatali dell’alcol è stata pubblicata in Francia nel 1968 ed è stata denominata sindrome feto-alcolica, disabilità permanente caratterizzata da anomale fisiche, neurologiche e psicologiche.
Il rischio di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica è stimato attorno al 30-40% delle gestanti con un forte consumo di alcol in gravidanza.
Attualmente non è nota la ragione della diversa suscettibilità dei bambini agli effetti dell’alcol, ma è ragionevole pensare che la diversa risposta del feto sia dovuta alla combinazione di abuso di alcol, fattori genetici, deficit nutrizionali, fumo e/o abuso di droghe.
Divieto di consumo di alcol anche nel periodo adolescenziale, periodo in cui il cervello “matura” attraverso la mielinizzazione degli assoni, che migliora l’efficienza della conduttività neuronale, ed attraverso il pruning sinaptico (potatura sinaptica), processo che conduce alla eliminazione delle sinapsi utilizzate con minor frequenza (use it or lose it) e, quindi, alla eliminazione delle strutture neuronali non necessarie. L’ultima parte del cervello cui il pruning sinaptico conferisce forma e dimensione è la corteccia prefrontale, sede delle cosiddette funzioni esecutive: pianificazione, organizzazione dei pensieri, controllo degli impulsi, valutazione delle conseguenze delle proprie azioni. Pertanto l’uso di alcol prima dei 18 anni, altera, come confermato da studi di neuroimaging, la maturazione della corteccia prefrontale alterando la capacità di decisioni responsabili e di controllo del comportamento.
con il contributo non condizionate di: FEDERVINI