News e comunicati Stampa
NEWS E COMUNICATI STAMPA
Per medici famiglia prevedere defiscalizzazioni sul reddito accessorio
“Se affrontiamo il tema delle risorse per il personale convenzionato, è fondamentale la immediata conclusione della discussione negoziale del triennio 2019-2021 e la sua concretizzazione nel corrispondente Atto d’Intesa da parte della Conferenza Stato-Regioni e la contestuale emanazione dell’Atto di Indirizzo per l’apertura della discussione per il triennio 2022-2024”. Lo ha detto il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, nel corso della sua relazione all’81esimo congresso Fimmg in corso al Voi Tanka Village a Villasimius (Cagliari).
“Atto di indirizzo 2022-2024 che dovrà avere chiari i finanziamenti aggiuntivi derivanti da interventi normativi che chiariscano e rendano fruibile contrattualmente la ripartizione delle risorse, tra personale dipendente e convenzionato, del finanziamento previsto dall'articolo 1, comma 274, Legge 30 dicembre 2021, n. 234”, ha aggiunto Scotti, che ha ammonito: “Ma tutto questo potrebbe non bastare. Servono investimenti per il personale convenzionato con l’SSN già nella manovra in discussione in questi giorni. La Medicina Generale, sul tavolo degli ultimi Accordi Collettivi Nazionali firmati, ha condiviso il riequilibrio percentuale del valore delle quote variabili/accessorie di reddito rispetto alla parte fissa della quota capitaria che gli stessi MMG da tempo considerano non più adeguata ai carichi di lavoro e agli oneri organizzativi necessari a sostenerli. Abbiamo dunque raccolto la richiesta degli stessi medici, che sono quindi pronti alla sfida di essere misurati su obiettivi”.
Per poter raggiungere questi obiettivi “non bisogna sottovalutare la necessità di strumenti e dotazioni organizzative, individuali e collettive, che richiedono investimenti anche dello stesso professionista a cui però non si può più chiedere di restringere ulteriormente il proprio reddito professionale. Servono quindi meccanismi indiretti di vantaggio fiscale applicabili al reddito accessorio, considerato che gli obiettivi raggiunti con queste progettualità produrranno servizi e conseguenti risultati assistenziali al servizio pubblico, determinando potenzialmente risparmi più che spese”, ha precisato Scotti.