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la medicina generale può essere protagonista del cambiamento
Quale sarà il ruolo del medico di medicina generale nella trasformazione digitale della sanità che è ormai inarrestabile? È il tema affrontato dalla tavola rotonda “Digitalizzazione fiduciaria e personalizzazione delle cure” che si è svolta nel corso dell’81esimo Congresso della Fimmg della scorsa settimana.
La Medicina Generale è stata la prima categoria medica ad informatizzarsi in Italia già molti anni fa e ha continuato a farlo con investimenti propri nel rispetto dei principi di Autonomia e Responsabilità. “Certo, era una digitalizzazione di gestione e di processo ben diversa dalla trasformazione odierna che grazie al ruolo centrale dei pazienti, dei dati e della Intelligenza Artificiale è invece un cambiamento radicale del modo stesso di concepire la salute e di fare medicina” è stato il commento di Roberto Ascione, CEO di Healthware Group, società di consulenza strategica in digital health, “la medicina generale, la medicina di famiglia, si sta cioè confrontando, come tutti gli altri attori della sanità, con una trasformazione disruptive (o innovazione radicale), un vero e proprio cambio di paradigma, dove ad essere modificati saranno anche i ruoli dei diversi attori, le competenze necessarie ed i meccanismi economici/contrattuali compreso l’impatto sulle strategie previdenziali”.
È inarrestabile quindi quel processo di cambiamento radicale che deve determinare un nuovo scenario con nuove opportunità di relazione, di cura e di accesso alla salute per il cittadino, per il medico di medicina generale e per tutto il sistema medicina generale. "Va mantenuto e sviluppato un forte legame fiduciario nei processi assistenziali soprattutto nell'area delle cure primarie" ha affermato Nicola Calabrese, vice Segretario Nazionale FIMMG “il legame fiduciario è il fulcro del nostro ruolo professionale specifico all’interno del Sistema Sanitario Nazionale”.
Come in tutti i settori, “dobbiamo essere consapevoli che una buona digitalizzazione della sanità può solo comportare un miglioramento del rapporto medico-paziente” ha aggiunto Roberto Ascione “e il cambiamento va quindi vissuto e non subito o, peggio, ostacolato ed è in tal senso che il dibattito politico e istituzionale non può e non deve essere focalizzato sulla dicotomia medico digitale vs medico umanista o sulla contrapposizione tra intelligenza artificiale e scienza medica".
“Come in tutti i settori, anche la medicina generale va supportata nella consapevolezza che una buona digitalizzazione della sanità può solo comportare un miglioramento del rapporto medico-paziente, certo bisogna abbandonare vecchi schemi ormai obsoleti, promuovendo nuovi percorsi all'interno di nuovi scenari: disruption quindi ma con grande attenzione alla riservatezza dei dati dei nostri pazienti e alla sicurezza che deve essere garantita dagli strumenti digitali che fanno parte ormai della nostra quotidianità professionale” ha affermato Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale FIMMG.
Di qui la necessità di un ruolo attivo in questo processo di cambiamento radicale. La medicina generale deve avere la capacità di orientare e gestire il cambiamento e non osservarlo mentre accade.
“Oggi viviamo una fase di transizione e di adattamento” ha concluso Nicola Calabrese “oggi la medicina generale deve avere una visione del futuro e la responsabilità di accompagnarlo nella trasformazione, evitando quella che il segretario nazionale nella sua relazione ha definito subordinazione intellettuale; questa consapevolezza e partecipazione potrà mantenere per la medicina generale quel ruolo centrale all’interno del processo di rinnovamento dell’assistenza territoriale pubblica; quello del MMG sarà un ruolo sempre più centrale: un orchestratore delle innumerevoli offerte innovative in tema di gestione della salute, capace in tal senso di creare un rapporto di fiducia digitale quale espansione di quella interpersonale.”