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premesse generali
Nel maggio 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso disponibile il Report “World Health Statistics”, che valuta annualmente i progressi relativi agli obiettivi legati alla salute in ciascuno dei 194 Paesi per i quali sono disponibili statistiche sanitarie.
Questo rapporto contiene i dati provenienti da 194 Paesi su una serie di indicatori di mortalità, di malattia e relativi ai sistemi sanitari, tra cui la speranza di vita, le morti per malattie, i servizi e trattamenti sanitari, gli investimenti in materia di salute, così come i comportamenti e i fattori di rischio per la salute e rappresenta la fonte ufficiale delle informazioni sullo stato di salute della popolazione mondiale.
Per quanto riguarda l'Italia, si osserva che, in quanto ad aspettativa di vita alla nascita, nel nostro Paese si è passati dai 77 anni del 1990 agli 83 del 2013 (80 uomini e 85 donne), il secondo posto al mondo, dietro al Giappone, dove si raggiungono gli 84 anni. Di rilievo anche l'aspettativa di vita in salute che raggiunge i 73 anni, come in Spagna e secondi solo a Singapore (76 anni).
Osservando le statistiche demografiche e socioeconomiche, l'Italia appare 'un Paese di vecchi'. L'età media è di 44 anni, ma solo il 14% della popolazione ha meno di 15 anni mentre il 27% è over 60. Il tasso di crescita annuale nel periodo 2003-2013 è stato dello 0,5%. Questa situazione, aggiunta alla elevata longevità, determina una spesa sociale destinata a crescere notevolmente.
Per quanto concerne i fattori di rischio, la percentuale di persone adulte, con più di 18 anni, in stato di obesità, in Italia raggiunge il 20,4% tra gli uomini e il 21,6% tra le donne, nel 2014.
Il consumo pro capite di alcol, nel 2010, per individui con più di 15 anni è stato di 6,7 litri.
La percentuale di fumatori con più di 15 anni è stata, invece, del 29,1% tra gli uomini e del 19,8% tra le donne, mentre, tra gli adolescenti tra i 13 e i 15 anni, i risultati si invertono: i ragazzi scendono al 20,6% mentre le ragazze raggiungono il 26,3%.
I dati raccolti dall’OMS fin dal 2005 rilevano che nella Regione Europea l’86% dei decessi e il 77% dell’impatto complessivo sul sistema sanitario sono riconducibili a malattie croniche. Per questo motivo, l’Oms Europa ha incentivato lo sviluppo di una strategia per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche in Europa.
Nel 2009 la stessa OMS dichiara che nella Regione europea la minaccia maggiore per la salute delle persone è rappresentata delle malattie non trasmissibili malgrado in questo campo si possano avere grandi benefici sulla salute a fronte di una spesa relativamente modesta.
La strategia europea per combattere le malattie non trasmissibili
Dal 2006, attraverso l’approvazione del rapporto “Gaining health: the European Strategy for the Prevention and Control of Non communicable Diseases” gli Stati membri dell’Unione europea hanno adottato una strategia europea per la lotta alle malattie croniche attraverso sistemi sanitari adeguati, riassumibile nei seguenti punti chiave:
- importanza della prevenzione
- valore di un ambiente salubre
- presenza di servizi sanitari adatti ai propri scopi
- empowerment delle persone come partner attivi nella promozione della salute e nella gestione delle malattie
- ruolo cruciale dei governi nella costruzione di politiche intersettoriali e della facilitazione dell’accesso