Comunicati Stampa
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Apertura al dialogo può migliorare salute e PIL del nostro paese
Scotti: Garavaglia interlocutore perfetto per continuità di competenze su necessità di investimenti per la medicina di famiglia nella prossima finanziaria.
«Sono certo che l’inizio del dialogo con il MEF sia la migliore base per voltare realmente pagina e per produrre un cambiamento dell’assistenza territoriale realmente utile al nostro Paese. Per questo sono soddisfatto e ringrazio il Vice Ministro dell’Economia Massimo Garavaglia di aver immediatamente risposto alla richiesta di incontro della FIMMG, interlocutore che rappresenta circa trentamila medici di medicina generale in tutta Italia». Commenta così Silvestro Scotti, Segretario Nazionale generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, l’incontro di ieri a Roma con il Vice Ministro dell’Economia. L’incontro è stato l’occasione per iniziare ad agire già sulla prossima Finanziaria perché siano previste misure atte ad accrescere, grazie ad investimenti ad hoc, il ruolo della medicina generale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale».
«Questa apertura al dialogo – sottolinea Scotti – significa ampliare la discussione al di là dell’alveo del solo Ministero della Salute, mostrando una lungimiranza politica che merita il nostro plauso perché parte dal presupposto che la salute è un bene di tutti ed è un bene da tutelare, ma che la tutela della salute, come è ormai dimostrato, produce ricchezza e quindi migliora il PIL di un paese».
«Ragionare dei temi che ci riguardano con il Vice Ministro Garavaglia, grazie anche al suo precedente ruolo di presidente del Comitato di Settore Sanità della Conferenza delle Regioni, è stato oltretutto semplice anzi quasi coerentemente continuativo - aggiunge il segretario della FIMMG - Infatti si è potuto raggiungere una prima intesa con il dicastero dell’Economia, in base alla quale FIMMG potrà presentare nei prossimi giorni le proprie proposte per individuare possibili strumenti in favore dei medici di famiglia, che riducano anche il carico di costi sul FSN, per la necessaria evoluzione di una assistenza territoriale centrata su questa figura professionale. In particolare meccanismi di decontribuzione e di defiscalizzazione mirata all’iniziativa professionale diretta di un medico di famiglia che investe su se stesso e sulla qualificazione della proposta assistenziale per i propri pazienti. Riteniamo che il riconoscimento in Finanziaria di tali prerogative - continua Scotti - possa facilitare la creazione di equipé multiprofessionali grazie alla assunzione di personale e l’acquisizione di strumentazioni tecnologiche, così da rendere gli studi sempre più dei presidi di salute per i cittadini, utili soprattutto a essere meglio riconosciuti poiché organizzati intorno al medico che hanno scelto e di cui si fidano, medico però a quel punto più capace di risposte complesse che l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità richiedono».
«Introdurre nella Finanziaria strumenti di questo tipo, risponde anche alle richieste che arrivano dai territori rurali e dispersi dove una maggiore dotazione di strumentazioni tecnologiche, dovrà portare avanti lo sviluppo della telemedicina in tutte le sue forme, dalla telediagnostica al teleconsulto, portando la sanità vicino a questi cittadini e non il contrario - afferma Scotti. Non sfuggirà a nessuno che la FIMMG vuole proporsi come un autorevole interlocutore su politiche che sviluppino un aumento dell’indotto legato al settore delle tecnologie per la salute e ai sistemi gestionali, senza sottovalutare il fatto che, con i giusti provvedimenti, i medici di famiglia potrebbero generare un numero considerevole di nuovi posti lavoro, circa 100.000 in tutto il Paese. Tutto questo, come ormai veniamo dicendo da tempo, fuori dai costi del Fondo sanitario nazionale».
«In conclusione ma non ultima, semmai prima valutazione, si dovranno verificare anche facilitazioni per l’accesso a un credito privilegiato per tutti i giovani che nel prossimo accelerato turnover (per l’uscita di circa 15.000 medici nei prossimi 5 anni) diventeranno medici di famiglia, rendendo l’avvio di una attività professionale, così sviluppata con personale e tecnologie, non un costo unico ingestibile nelle fasi iniziali di carriera di un giovane medico di famiglia, ma un costo distribuito su tutto l’arco della vita professionale, e questo favorendo soprattutto le iniziative in tal senso dell’ENPAM, il nostro Ente previdenziale, di cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze è soggetto vigilante» conclude Scotti.