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Tutti i sistemi europei che "sono conformati sulla dipendenza dei medici di medicina generale di fatto ne limitano l'accesso, creando quindi rischio di liste d'attesa anche nelle cure primarie e al tempo stesso peggiorando la situazione dei pronto soccorso". Così il segretario della Fimmg Silvestro Scotti.
Le Regioni stanno lavorando alla proposta da inviare al ministro della Salute. Un doppio canale: restare convenzionati con il Servizio sanitario nazionale e cioè liberi professionisti con gli studi aperti qualche ora al giorno, come accade oggi; oppure diventare dipendenti del Ssn per lavorare magari tutte le ore previste da contratto nel distretto e dentro le nuove Case di comunità, dove comunque tutti i medici di famiglia - compresi i convenzionati - dovranno dedicare un certo numero di ore alla settimana (la prima ipotesi potrebbe essere di almeno 18 ore). Ecco il possibile compromesso a cui potrebbero approdare le Regioni che stanno limando, proprio in questi giorni, la loro proposta che ora dovrà essere ufficializzata dai governatori e poi inviata al ministro della Salute Orazio Schillaci, affinché la traduca nell'attesa riforma della medicina generale.
Fonte Il Sole 24 Ore