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"Il caldo anomalo di questi giorni sta aggravando la sintomatologia di chi è colpito dal Covid. Purtroppo è in crescita il numero dei pazienti che si rivolgono a noi perché hanno la febbre a 39 o 40 gradi". A lanciare l'allarme è Silvestro Scotti, il segretario della Fimmg, la Federazione che riunisce i circa 42mila medici di famiglia italiani. "Si potrebbe pensare che la febbre sia il sintomo di un disturbo legato al caldo, ma molti malati si sono sottoposti al tempone risultando positivi al Covid. Siamo di fronte all'aumento dei casi di una malattia che interessa le vie respiratorie, il gran calore che riscalda il corpo determina temperature più elevate".
E' una situazione che secondo Scotti va affrontata e contenuta con due strumenti: il ricorso agli antivirali e la somministrazione della quarta dose non solo ai soggetti a rischio - over 60 e fragili - ma anche ai più giovani. "Mi sento di stimolare i miei colleghi a prescrivere il più possibile i farmaci antivirali, finora poco usati, ovviamente nell'ambito del piano terapeutico stabilito dall'ente regolatore, quindi valutando le condizioni di ciascun paziente, il suo stato di salute generale, la condizione renale e l'assunzione eventuale di farmaci che potrebbero entrare in contrasto con gli antivirali".
Ma soprattutto bisogna usare i vaccini. "Il mio consiglio alle istituzioni è di fare le quarte dosi al più presto, a prescindere dall'età, per salvare l'economia del paese", osserva il segretario della Fimmg. "Personalmente sono sorpreso che il personale sanitario non sia stato inserito tra le categorie a rischio. I contatti che ho quotidianamente per il mio lavoro mi portano a dire che si stanno infettando molti colleghi e molti infermieri, e ciò determina una perdita di personale che non è accettabile, per cui dobbiamo lavorare sulla prevenzione".
Scotti cita poi un dato che fa comprendere la diffusione dell'epidemia: "Da giugno a luglio del 2022 i certificati di malattia per il Covid sono quintuplicati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, se non addirittura decuplicati, visto che 12 mesi fa venivano messi in malattia anche i contatti dei malati di Covid, mentre quest'anno ciò non accade". Tutto questo ha un impatto pesante sull'economia italiana, e in molti stanno chiedendo di ridurre il periodo di isolamento. "Nella mia zona chi ha fatto la quarta dose generalmente non si reinfetta - conclude Scotti - chi ha fatto la terza si reinfetta al 30%, chi ha fatto la seconda al 60%, chi ha solo una dose oppure nessuna, si reinfetta all'80%".
Fonte: AGI