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Covid-19, tra ondate e varianti, segnerà ancora i prossimi mesi. Ma le sfide per il nuovo ministro della Salute del governo Meloni non sono limitate alla gestione del virus pandemico.
C’è la sanità di domani da costruire, grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E con essa tutta una serie di criticità del sistema da affrontare e (si spera) risolvere: pensiamo alla carenza di specialisti e infermieri, al nodo dei contratti di lavoro e degli stipendi dei medici (quelli italiani sono fra i più bassi d’Euroopa), ma anche alla formazione, alla ricerca (eterna Cenerentola), all’equilibrio fra ospedali e territorio, alle disegueglianze enormemente cresciute negli anni di Covid-19.
Medico, esperto di medicina nucleare, Orazio Schillaci questi temi li conosce bene. Ha insegnato per anni, da novembre 2019 è stato rettore dell’università di Tor Vergata succedendo al genetista Giuseppe Novelli. Schillaci e’ presidente dell’Associazione italiana di medicina nucleare, e pur non avendo fatto prima politica attiva, ha partecipato a diverse commissioni tecnico-scientifiche in Regione Lazio e al ministero, entrando nel 2020, per volere del predecessore Roberto Speranza, nel comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità (dal momento dell’assunzione dell’incarico, non è più tra i componenti del comitato, come hanno precisato dal ministero della Salute), dopo essere stato esperto del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio 2006-2009.
“Siamo fieri – ha detto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli – che il nuovo ministro della Salute sia un collega: una conferma dell’attenzione che da sempre l’attuale maggioranza riserva alle professioni, dimostrandola con la disponibilità e l’ascolto. L’Italia e i cittadini si aspettano ora grandi risposte”.
A preoccupare Anelli, fra le altre cose, il rischio di una ‘grande fuga dei professionisti‘ della sanità. “Il 5% dei medici è oramai stabilmente all’estero, una parte importante lavora sempre di più nelle strutture private, soprattutto quelli con altissime competenze. E poi la carenza del personale, per gli errori fatti nel passato, sta mettendo sempre più in difficoltà il sistema. Non nascondiamo le preoccupazioni che questo sistema, se non si interviene immediatamente, possa in qualche maniera essere messo a dura prova e non rispondere più alle reali necessità che i pazienti pongono ogni giorno. Per poterlo fare, non servono soltanto i soldi del Pnrr: serve un investimento diretto sui medici”, ha detto Anelli.
Se gli esponenti delle istituzioni sanitarie e delle società scientifiche in questi giorni hanno salutato con entusiamo il ritorno di un medico a Lungotevere Ripa, è diffusa la convinzione che la sanità post Covid dovrà essere uno dei punti principali dell’agenda politica del nuovo governo: Schillaci si trova di fronte la sfida di “ridare slancio al Servizio sanitario nazionale, provato da due anni di pandemia e da oltre un decennio di definanziamento”, ha ricordato Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso,).
“Tra le priorità da affrontare – ha detto Migliore – c’è sicuramente quella delle risorse: bisogna provare a innalzare l’investimento in sanità all’8% del Pil ed eliminare il tetto di spesa per il personale. Significherebbe avere più soldi per assumere giovani professionisti che spesso fuggono dalla sanità pubblica e che rappresentano energie preziose per il futuro del Ssn: investire in risorse umane significa investire nel futuro e nello sviluppo del Paese”.
Soprattutto, la sensazione è che occorra fare in fretta. “Il Ssn è un malato in pessima salute, e la prognosi rimane riservata. Tocca al nuovo Governo e al nuovo ministro Schillaci – ha detto Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed – intervenire con urgenza. Occorrono investimenti sul Fondo Sanitario nazionale, visto che l’Italia è in coda tra i Paesi del G7 per spesa sanitaria pubblica. E sul personale, per restituire ruolo e valore, anche economico, al lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari, le cui conoscenze e competenze fanno la differenza tra la salute e la malattia”.
“Occorre intervenire anche per risolvere la carenza di medici specialisti. Il lavoro pubblico non è più appetibile nemmeno per i giovani che, spesso, preferiscono cambiare Paese. Un regalo da 150.000 euro di investimento formativo per ogni medico che lascia il suolo natìo (solitamente per sempre). Una fuga sestuplicata negli ultimi 5 anni. Senza il capitale umano, però, gli ospedali diventano cattedrali nel deserto”, ricorda il leader Anaao.
C’è poi il tema della medicina territoriale. Come ha assicurato Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, i medici di famiglia sono pronti a sostenere “le iniziative che il Governo e il ministro Schillaci vorranno intraprendere per risolvere alcuni dei nodi che mettono a rischio la tenuta del Ssn e la prossimità delle cure sul territorio”.
E’ il caso dell’Atto di indirizzo sull’Accordo nazionale 2019-2021, già scaduto. Ma anche del “drammatico problema della carenza dei medici di famiglia, che aumenta ogni mese in ogni regione d’Italia riducendo l’offerta sanitaria di base per i cittadini. Intollerabile ormai la mancata pubblicazione dei bandi regionali che assegna 2.800 posti del corso di formazione in medicina generale che avrebbe dovuto determinarsi a febbraio è ancora oggi – ricorda Scotti – rimane una chimera”.
A Tor Vergata Schillaci ha puntato su qualità e internazionalizzazione della ricerca, anche industriale. Ottenendo in tre anni risultati incoraggianti: come ricorda l’Agi, secondo la classifica World University Ranking del Times, il secondo ateneo romano si e’ posizionato nell’ultimo anno tra le 350 università più prestigiose al mondo. “Mi impegnerò con tutte le mie energie – ha assicurato il neo-ministro – e spero che l’esperienza maturata sul campo come medico e come docente possa essere utile per dare risposte concrete per la tutela della salute e il benessere delle persone“. Abbiamo avuto un assaggio in pandemia dell’importanza della salute. Ora c’è davvero bisogno di risposte concrete.
Fonte: FORTUNE ITALIA