non siamo ratificatori di green pass, firma chi cura
«I medici di famiglia non sono ratificatori di Green Pass. Né burocrati. E sono tenuti a rilasciare attestati solo delle attività che hanno svolto in prima persona o di cui hanno conoscenza documentata. Questo significa che se ho fatto un tampone antigenico o una vaccinazione è fuori discussione che io rilasci un attestato al mio paziente. Non posso certificare, però, ciò che non ho fatto». Lo spiega all'Adnkronos Salute Silvestro Scotti, che nei giorni scorsi ha inviato una nota agli iscritti invitandoli a non rilasciare certificati dopo l'avvertimento del Garante della Privacy sui limiti del documento in materia di protezione di dati. «Il Garante della privacy - continua Scotti - conferma che quello che noi diciamo è assolutamente coerente. Io, come medico di famiglia, non posso rilasciare documenti che derivano da dati sanitari ottenuti da altri soggetti senza che questi abbiano avuto, a loro volta, una preventiva autorizzazione da parte del cittadino. Se il cittadino non ha dato il consenso all'Hub dove si è vaccinato come vengono diffusi i dati? Ricordo che il consenso firmato dai cittadini all'atto della vaccinazione è relativo alla pratica vaccinale non alla gestione dei dati», spiega ancora Scotti che si domanda «per quale regione gli Hub vaccinali o gli ospedali, che dimettono i guariti, non dovrebbero rilasciare la certificazione? Perché i medici di famiglia dovrebbero essere scambiati per 'impiegati dalla Asl': siamo medici, certifichiamo i nostri atti, non quelli di altri».
Fonte Adnkronos