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Quando vanno somministrati gli antivirali anti Covid? «L'importante è agire molto precocemente», dice Annamaria Cattelan, che dirige il reparto di malattie infettive dell'azienda ospedaliera di Padova: «Vanno assunti entro i primi cinque giorni dalla comparsa dei sintomi». Per questo l'apertura di Aifa alla prescrizione dei medici di famiglia è stata accolta da molti con favore.
Possono essere utilizzati per tutti i positivi?
«No, vanno dati a persone sintomatiche ma non gravi. In pratica quel paziente non deve aver bisogno dell'ossigeno, ad esempio, ma manifestare febbre, tosse o mal di testa - dice sempre l'infettivologa - Inoltre, gli antivirali devono essere somministrati a chi ha fattori di rischio, a causa dei quali può andare incontro a una progressione della malattia in forma severa. Questo capita con persone che hanno patologie sottostanti, magari oncologiche, respiratorie, cardiologiche».
Come avviene l'assunzione di questi farmaci?
«Per via orale e a domicilio», dice Cattelan. Aifa ha annunciato il via libera alla prescrizione da parte dei medici di famiglia a due tipi di questi medicinali. «Il Paxlovid, del quale si somministrano 3 compresse la mattina e 3 la sera per cinque giorni, e il Molnupiravir, che invece prevede l'assunzione di 4 compresse due volte al giorno per cinque giorni».
Dove li ritirerà il paziente?
«L'idea è quella di metterli a disposizione nelle farmacie con il sistema della "distribuzione per conto". Significa che le dosi le acquistano le Asl, che poi le mettono a disposizione delle farmacie perché la consegna sia capillare».
Ci sono rischi di interazioni pericolose con altri farmaci?
«Riguardano il Paxlovid, spiega sempre Cattelan, «va prima chiarito se il paziente fa terapie concomitanti, ad esempio con anticoagulanti, antiepilettici o statine. Bisogna valutare attentamente, per capire se gli altri farmaci possono essere sospesi oppure se è meglio cambiare la strategia di cura del Covid».
Gli antivirali provocano effetti collaterali?
«Talvolta ci sono disturbi gastroenterici oppure mal di testa. Si tratta però quasi sempre di sintomi non facili da attribuire al farmaco perché potrebbero essere anche legati all'infezione». Fino ad ora solo i centri ospedalieri potevano fare la prescrizione e Cattelan spiega che a Padova «ogni giorno arrivano 60-70 candidature ai trattamenti, da parte dei medici di famiglia».
Gli antivirali sono davvero efficaci?
«È difficile dirlo. Adesso abbiamo varianti poco patogene, così devono essere trattate tante persone, 17 o 18, per evitare che una di queste sviluppi una patologia più pesante». La svolta nella lotta al virus «l'hanno data soprattutto i vaccini».
Sarà utile la prescrizione dei medici di famiglia?
«Parliamo di farmaci antivirali che necessitano di una certa conoscenza infettivologica per essere usati. Sono d'accordo perché aumentino le persone coinvolte, cosa che appunto richiede di avere più prescrittori, ma bisogna formare i medici di famiglia». L'idea è che questi possano chiedere consiglio sui singoli pazienti ai centri ospedalieri. «Le consulenza vanno bene ma non è facile darle, siamo oberati di lavoro».
Fonte: LA REPUBBLICA