Rinnovo ACN
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'Accordi regionali sono la dimostrazione che la partecipazione alle case comunità e ai progetti del Pnrr sono realizzabili all'interno della Convenzione'.
La questione della dipendenza dei medici di famiglia, sulla quale si è concentrato gran parte del dibattito sulla riforma della medicina generale, "è un falso problema. Lo dimostrano gli accordi regionali integrativi, l'ultimo quello della Puglia, che 'danno gambe' all'accordo collettivo nazionale firmato circa un anno fa". E che rendono evidente la possibilità di realizzare "all'interno della Convenzione" i progetti per la medicina del territorio legati "al Pnrr, compresa la collaborazione nelle Case e negli ospedali di comunità". A parlarne all'Adnkronos Salute il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, mentre le Regioni avrebbero già pronta, a quanto si apprende, una prima bozza di riforma della medicina generale in cui, ancora una volta, emerge la volontà di un passaggio alla dipendenza per i medici di famiglia, oggi convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. Un ruolo, quello della libera professione convenzionata che la Fimmg ritiene imprescindibile per la professione.
"Questa discussione tra le Regioni sul tipo di rapporto contrattuale - continua Scotti - di fatto ha bloccato molte contrattazioni locali che servivano per dare concretezza all'accordo collettivo nazionale anche per quanto riguarda lo sviluppo dei progetti del Pnrr in cui la medicina generale è coinvolta. Sono andate avanti Puglia, Toscana, Basilicata, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria. Quest'ultima, tra l'altro, è una regione commissariata, il suo accordo passa al vaglio del ministero della Salute e del ministero dell'Economia, quindi è evidente che si può fare: sono state controllate le coperture economiche, l'investimento e gli obiettivi che devono essere coerenti con l'accordo nazionale, quindi con gli obiettivi del Pnrr". Tutto questo senza nessun cambio di ruolo giuridico, elemento sul quale i medici di famiglia Fimmg sono decisamente contrari. "E' un principio che riguarda la visione che abbiamo della medicina generale. La dipendenza ne stravolge funzioni, compiti e obiettivi. A nostro parere con la grossa perdita del valore fiduciario rispetto al cittadino".
Tutti i sistemi europei che "sono conformati sulla dipendenza dei medici di medicina generale di fatto ne limitano l'accesso, creando quindi rischio di liste d'attesa anche nelle cure primarie e al tempo stesso peggiorando la situazione dei pronto soccorso". Per questo, aggiunge Scotti "a nostro avviso bisogna sedersi a un tavolo perché la questione del ruolo giuridico sta nascondendo il vero problema, che denunciamo da tempo, che è il continuo racconto di una medicina generale fannullona, inefficace e che avrebbe pure perso la partita contro il Covid. Giudizio oltre che falso anche irriconoscente per una professione che, in assenza di strumenti, in pandemia ha preso in carico milioni di cittadini con sintomi che sono stati gestiti nell'autorganizzazione della medicina generale", conclude Scotti ribadendo sempre la disponibilità dei medici di medicina generale al confronto.
Fonte: Adnkronos